L'Accademia della Crusca
Nicoletta Maraschio, Presidente dell'Accademia della Crusca
L'Accademia della Crusca è nata alla fine del Cinquecento, 1583 come Accademia, grazie all'iniziativa di un grande linguista e letterato fiorentino, Lionardo Salviati, che ha trasformato un brigata di amici, letterati che si ritrovavano privatamente per "cruscate" in una vera e propria Accademia.
Il nome
Molti ci chiedono perché questa accademia si chiama Accademia della Crusca, in effetti potrebbe chiamarsi "Accademia della lingua italiana", ma gli Accademici hanno voluto mantenere, anche nell'ultimo Statuto, il nome tradizionale.
Il nome tradizionale deriva da una metafora: la lingua, la buona lingua è come il "fior fior di farina" che si ottiene eliminando le parti meno buone del grano e in particolare la crusca. Qui c'è evidentemente una vena scherzosa, ma poi la metafora si espande perché le schede per esempio per fare il Vocabolario non sono conservate in armadi normali, ma in sacconi simili a quelli dove si conservava il grano.
Le pale
All'interno di questa simbologia senza dubbio la collezione delle pale ha un'importanza di assoluto rilievo. Ogni accademico era rappresentato da una pala, cioè da un'impresa che conteneva il suo nome accademico, per esempio Infarinato nel caso del Salviati, un'immagine che lo rappresentava, per esempio il riccio che grufola nella farina per cercare il meglio all'interno della farina stessa, e in genere un verso di Dante o di Petrarca. Molte di queste pale sottolineano il fatto che l'impresa cioè l'attività dell'Accademia non è mai un'attività di tipo individuale, per esempio in una pala c'è una ricotta con un pezzettino di pane inserito dentro: "per me solo non basto".
La Biblioteca
La biblioteca è un biblioteca specialistica che comprende oltre 120.000 volumi, tra cui manoscritti, incunaboli e cinquecentine. Forse la biblioteca più importante per quanto riguarda la storia della lingua italiana.
Il dizionario
L'Accademia, attraverso il Vocabolario, ha dato consistenza materiale a una lingua comune, quindi in un'Italia molto divisa dal punto di vista linguistico, in cui si usavano, nel Cinquecento possiamo dire già, tanti dialetti diversi, l'Accademia ha dato un punto di riferimento per la lingua tetto, cioè l'italiano, che poi si è sviluppato nel corso dei secoli, nel Seicento, nel Settecento e nell'Ottocento, per arrivare poi all'Unità già con una tradizione molto significativa. Oggi il Vocabolario è fatto dall'Opera del Vocabolario Italiano, l'OVI, che è un istituto del CNR che abita con l'Accademia della Crusca in questa bellissima sede, la Villa medicea di Castello.
Le attività
Le attività dell'Accademia sono davvero molte, legate in parte alle nuove tecnologie, come la costruzione di banche dati, anche sulla radio e sulla televisione, rapporti con la scuola, rapporti con l'Europa, rapporti con le professioni, impegno per l'internazionalizzazione dell'italiano eccetera. Un arco veramente impressionante di attività. Da quando l'Accademia della Crusca ha un sito, il dialogo è più semplice e naturalmente si è molto intensificato. Noi riceviamo quotidianamente richieste relative a dubbi sulla lingua italiana, sulla sua grammatica, sul suo lessico. Ci sono dei giovani collaboratori che rispondono a queste domande.
La digitalizzazione
In questi anni abbiamo lavorato moltissimo nel campo della digitalizzazione, attraverso il progetto della lessicografia della Crusca in rete, per cui si può entrare ora nelle pieghe delle cinque edizioni del Vocabolario, ricostruire la storia delle parole della nostra lingua, possiamo dire dal Trecento fino al Novecento. Abbiamo fotografato, marcato e reso interrogabili molte delle grammatiche e molti dei vocabolari contenuti nella nostra biblioteca.
Quindi ricerca scientifica, formazione soprattutto rivolta agli insegnanti ma naturalmente anche molto ai ricercatori nel campo della filologia e della storia della lingua italiana e attività di alta divulgazione, con quell'obiettivo -- che ritengo fondamentale -- di elevare il grado di consapevolezza linguistica non soltanto all'interno dei nostri confini, ma anche al di fuori.
L'Accademia della Crusca è nata alla fine del Cinquecento, 1583 come Accademia, grazie all'iniziativa di un grande linguista e letterato fiorentino, Lionardo Salviati, che ha trasformato un brigata di amici, letterati che si ritrovavano privatamente per "cruscate" in una vera e propria Accademia.
Il nome
Molti ci chiedono perché questa accademia si chiama Accademia della Crusca, in effetti potrebbe chiamarsi "Accademia della lingua italiana", ma gli Accademici hanno voluto mantenere, anche nell'ultimo Statuto, il nome tradizionale.
Il nome tradizionale deriva da una metafora: la lingua, la buona lingua è come il "fior fior di farina" che si ottiene eliminando le parti meno buone del grano e in particolare la crusca. Qui c'è evidentemente una vena scherzosa, ma poi la metafora si espande perché le schede per esempio per fare il Vocabolario non sono conservate in armadi normali, ma in sacconi simili a quelli dove si conservava il grano.
Le pale
All'interno di questa simbologia senza dubbio la collezione delle pale ha un'importanza di assoluto rilievo. Ogni accademico era rappresentato da una pala, cioè da un'impresa che conteneva il suo nome accademico, per esempio Infarinato nel caso del Salviati, un'immagine che lo rappresentava, per esempio il riccio che grufola nella farina per cercare il meglio all'interno della farina stessa, e in genere un verso di Dante o di Petrarca. Molte di queste pale sottolineano il fatto che l'impresa cioè l'attività dell'Accademia non è mai un'attività di tipo individuale, per esempio in una pala c'è una ricotta con un pezzettino di pane inserito dentro: "per me solo non basto".
La Biblioteca
La biblioteca è un biblioteca specialistica che comprende oltre 120.000 volumi, tra cui manoscritti, incunaboli e cinquecentine. Forse la biblioteca più importante per quanto riguarda la storia della lingua italiana.
Il dizionario
L'Accademia, attraverso il Vocabolario, ha dato consistenza materiale a una lingua comune, quindi in un'Italia molto divisa dal punto di vista linguistico, in cui si usavano, nel Cinquecento possiamo dire già, tanti dialetti diversi, l'Accademia ha dato un punto di riferimento per la lingua tetto, cioè l'italiano, che poi si è sviluppato nel corso dei secoli, nel Seicento, nel Settecento e nell'Ottocento, per arrivare poi all'Unità già con una tradizione molto significativa. Oggi il Vocabolario è fatto dall'Opera del Vocabolario Italiano, l'OVI, che è un istituto del CNR che abita con l'Accademia della Crusca in questa bellissima sede, la Villa medicea di Castello.
Le attività
Le attività dell'Accademia sono davvero molte, legate in parte alle nuove tecnologie, come la costruzione di banche dati, anche sulla radio e sulla televisione, rapporti con la scuola, rapporti con l'Europa, rapporti con le professioni, impegno per l'internazionalizzazione dell'italiano eccetera. Un arco veramente impressionante di attività. Da quando l'Accademia della Crusca ha un sito, il dialogo è più semplice e naturalmente si è molto intensificato. Noi riceviamo quotidianamente richieste relative a dubbi sulla lingua italiana, sulla sua grammatica, sul suo lessico. Ci sono dei giovani collaboratori che rispondono a queste domande.
La digitalizzazione
In questi anni abbiamo lavorato moltissimo nel campo della digitalizzazione, attraverso il progetto della lessicografia della Crusca in rete, per cui si può entrare ora nelle pieghe delle cinque edizioni del Vocabolario, ricostruire la storia delle parole della nostra lingua, possiamo dire dal Trecento fino al Novecento. Abbiamo fotografato, marcato e reso interrogabili molte delle grammatiche e molti dei vocabolari contenuti nella nostra biblioteca.
Quindi ricerca scientifica, formazione soprattutto rivolta agli insegnanti ma naturalmente anche molto ai ricercatori nel campo della filologia e della storia della lingua italiana e attività di alta divulgazione, con quell'obiettivo -- che ritengo fondamentale -- di elevare il grado di consapevolezza linguistica non soltanto all'interno dei nostri confini, ma anche al di fuori.